• Predicare la pazienza

    15 aprile 2025
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    Riprendiamo in mano questo strano oggetto. Mi sembra di essere tornata ai primi anni 2000 in cui i blog funzionavano alla grande (ora non so quanto siano letti o sbirciati dagli utenti, sono poco social e poco connessa, per lo più).

    Ad ogni modo, riprendo a scrivere in seguito all’ennesimo incidente che mi è capitato nel giro di 3 anni (due anni e mezzo fa ho avuto un piccolo incidente con la bici: non provate a investire un’auto con la bicicletta, non ne vale la pena!), ma questa è un’altra storia.

    Stavolta però non stavo andando al lavoro, era una bellissima domenica di marzo (9, per la precisione). Giornata splendida, neve stupenda, piste per lo più vuote: alle 10:30 circa cado. E cado neanche troppo malamente, (non come Sofia Goggia o – ultimamente – Federica Brignone – per intenderci), nono: cado come un bel sacchetto di patate ma la mia gamba destra si muove come un piccolo stantuffo. Di per sé non mi fa troppo male, ma nel momento in cui mi rialzo il ginocchio non mi regge molto. Va bene essere sprezzanti del pericolo e non andare subito in paranoia, ma con le ginocchia è meglio non scherzare.

    Ama le tue ginocchia, un giorno ti verranno a mancare. Frase attribuita erroneamente a Kurt Vonnegut, quando in realtà è un detto diffuso e basta. La saggezza popolare è sempre d’aiuto quando devi prendere una decisione. Mi fermo e chiamo il soccorso.

    2 minuti impacchettata in una barella tirata dal soccorritore con gli sci: 300 CHF (in territorio extracomunitario vigono regole diverse sulla sanità e il soccorso alpino).

    Grazie a un premuroso e paziente fidanzato sono andata al presidio sanitario più vicino (clinica privata convenzionata) e fra me e me mi dico che sarà solo una brutta botta, forse uno stiramento.

    #einvece: frattura composta alla parte superiore della tibia, distacco del legamento dal crociato e nel frattempo si è formata una sacca di sangue sul ginocchio. Bisogna operare.

    Ah.

    Però mi hanno operato in serata. Non citerò il nome della clinica, ma confesso che è stato come stare al Grand Hotel. In due giorni di degenza non ho mai avuto disagi né in seguito all’intervento, né per la gestione in generale. Le colazioni… Altro che fettina biscottata e tè come negli ospedali italiani. Lì si poteva scegliere pure fra pane bianco e integrale con burro e marmellata. Certo, in ortopedia non hai gran restrizioni alimentari, ma il servizio ha aiutato molto il mio umore.

    Perché dal decorso post operatorio fino a qualche settimana fa sono passata dall’incredulità, allo stupore, all’orgoglio ferito (che por*k@ tr01@ è da quando avevo 3 anni che scio e non ero mai caduta malamente), allo sconforto fino all’idea di essere perseguitata dalla iella. Immagino che sia lecito provare una svariata serie di sentimenti quando non si sta bene, ma sentivo che dovevo reagire.

    Intanto il mio umore è nettamente migliorato quando il fisioterapista ha constatato il mio recupero piuttosto rapido. In secondo luogo anche la mancanza di reale dolore (in una scala da uno a dieci non credo di aver mai sofferto più di “quattro”) ha aiutato. Infine devo essere grata per la presenza di mia madre in casa che si è occupata di me e mi ha sopportato in questo periodo in cui non sono stata particolarmente simpatica.

    Ed eccoci qui a riaprire un blog cambiandogli nome. NINTAI

    La parola giapponese per pazienza (intesa come tenacia, resistenza) è formata da due ideogrammi che presi singolarmente indicano “lama” (di coltello o di spada) e “cuore/spirito”. La pazienza perciò va praticata come se si avesse una lama conficcata nel cuore. Inoltre la parola ha la stessa radice di nin (nascosto, un po’ come la parola ninja, chi agisce di nascosto nell’ombra), perciò la pazienza va praticata anche nel più assoluto riserbo. Cosa che, confesso, non ho fatto molto in questo periodo.

    È stato un concetto che mi ha aiutato molto a superare un lutto familiare, qualche anno fa, così l’ho ripreso e lo uso come guida per il resto di quest’anno.

    Sperando che vada tutto bene nel frattempo!

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La pazienza è la virtù dei forti

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